lunedì 22 marzo 2010

Passeggiare a Nairobi


Nessuno si sognerebbe di dire che Nairobi e' una bella citta'. E' una grande metropoli, moderna ed eccitante.

Ho passato qualche ora a camminare per le vie del centro, ieri pomeriggio. Strade larghe, luminose, con alti edifici scintillanti. Non sembrava vero di essere in Africa. Era proprio come una citta' europea: macchine, bar, semafori, taxi e citofoni. Nella zona piu' periferica, certe strade alberate avevano un sentore quasi britannico, chissa' perche'. Era piacevole passeggiare, dava una sensazione di liberta'. La citta' non e' spaventosa come la si dipinge, e il nomignolo Nairobbery e' assolutamente esagerato. Se si evita di camminare da soli dopo il tramonto e si fa un po' di attenzione, andra' tutto bene.

La fauna umana di Nairobi e' interessante. Africani d'Africa nera, naturalmente, di cui l'occhio straniero non riconosce i gruppi etnici. Ma anche molti bianchi, turisti, uomini d'affari. E soprattutto una minoranza ben distinta di persone provenienti dal Corno d'Africa: Somalia, Etiopia, Eritrea. Li si distingue dalle fattezze diverse: la pelle piu' chiara, i corpi piu' longilinei, tratti misto-arabi che spiazzano leggermente, fuori dal comune. Si vedono donne velate, ogni tanto, alcune addirittura coperte fino ai piedi.

C'e' una cosa che mi ha colpito particolarmente, a Nairobi. Che poi e' la stessa cosa che mi ha colpito a San Paolo. Cioe' che a questa modernita' tanto familiare, si associa in modo alquanto bizzarro una luce gialla e intensa, un cielo piatto e largo e una vegetazione tropicale che straborda dalle aiuole. Le due citta', direi, sono abbastanza accomunabili. Metropoli subequatoriali, di un fascino disarmonico ma luminescente.

E infine, mentre passeggiavo, pensavo anche un'altra cosa. Pensavo che qualche mese fa avrei dato chissa' cosa per vivere qui, in una delle citta' piu' interessanti e vive del continente. Oggi invece, sento che questo posto non mi appartiene. Non mi interessano i ristornanti, ne' il traffico, ne' la musica, ne' i safari.

Sono innamorata del Congo, della mia Goma di fango. Della mia Goma opaca e rotta, dalle ferite ancora aperte.

2 commenti:

  1. Very good description, from your picture i can see what you mean about the similarity in cities.

    Will you always love Goma?

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  2. Thanks, Mr. The You.
    I don't know how long I'll love Goma for.
    I just know I do - cause it's special.

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