venerdì 26 marzo 2010

Nyiragongo

Goma è un po’ una moderna Pompei. Il grande vulcano Nyiragongo è eruttato nel 2002, coprendo tutta la città in un fiume di lava. E’ un vulcano effusivo, non esplosivo. La lava vi esce fluida, come un fiume micidiale. Ci ha messo ventiquattrore ad arrivare al lago, e nel frattempo la gente è evacuata. Si sono salvati quasi tutti, tranne quelli che non potevano muoversi. I vecchi, i malati. Un ubriaco che è rimasto in casa a dormire, mi dicevano. Gli altri han fatto su baracche e burattini e sono scappati. Ognuno dove poteva. Immaginate di avere ventiquattrore prima che la vostra casa sia sommersa da un fiume di lava. Non è proprio gradevole, come situazione.

Il vulcano Nyiragongo ha il bacino di lava più ampio del mondo, e la lava è la più veloce della terra. E’ uno dei pochissimi vulcani ancora attivi del Rift: un tempo ce n’erano un centinaio, ora una manciata. Con le loro eruzioni, nei secoli, hanno diviso il grande bacino d’acqua del centrafrica in moltissimi laghi. E’ in questo territorio mitico e unico che sorge il Nilo, in Uganda o in Burundi, dipende se si vuole considerare il primo o l’ultimo lago.

E il Nyiragongo fa ancora paura, non si sa quando erutterà di nuovo. Troneggia sulla città come un re, bellissimo e azzurro. Possente e maschile. In contrappunto perfetto con l’acqua del lago, così calma, così piatta. E i due sono indissolubilmente legati da un destino geologico comune, come marito e moglie.

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