sabato 6 marzo 2010

Vicini di casa

Ho da poco ottenuto un documento speciale che mi permetterà di andare in Rwanda senza passaporto e senza visti. Torna utile, se si pensa che abito a pochi minuti dalla frontiera, e che in Rwanda c'è quel bell'albergo con piscina, spiaggia lacustre e caffè aromatizzati dove si va tanto volentieri la domenica.

Il Rwanda è un paese ricco, rispetto a qui. Ci sono le strade asfaltate, i campi coltivati. A Kigali ci sono pure un paio di centri commerciali. E poi è un paese sicuro, le nostre regole ci permettono addirittura di prendere i mototaxi. C'è una dittatura Tutsi talmente forte che non vola una mosca. Basta sollevare un attimo la voce e questi ti tirando fuori la storia del genocidio. Son quindici anni che lo nominano un giorno sì e un giorno no, il genocidio, per far tacere gli oppositori.

Qualche segno di insofferenza, però, comincia a venire fuori. Due settimane fa Kigali sono scoppiate un paio di granate, e l'altro ieri l'incidente si è ripetuto. C'è chi dice che Kagame può essere rimosso solo con le armi, visto che le parole non si possono usare. Forse. Fatto sta che le elezioni sono fra sei mesi. E il Rwanda continua ad essere - seppur bella infiocchiettata tra le sue milles collines - una bomba a orologeria.

Nessun commento:

Posta un commento