lunedì 14 giugno 2010

La casa latina

Per la prima volta da quando ho cominciato a vivere viaggiando, mi sono fatta un gruppo di amici italiani. Sono sempre stata così ansiosa di sprovincializzarmi, di aprirmi, di perdere il mio accento e i miei tic italici, che per anni ed anni ho evitato ogni contatto con i compatrioti all’estero. E devo dire che ho ottenuto il mio scopo. Non gesticolo, non parlo ad alta voce, ho un accento neutro e difficilmente identificabile. Nella stragrande maggioranza dei casi, la gente mi chiede se sono francese. A volte se sono olandese.

Vivo e lavoro con un gruppo di americani, e mi ci trovo benissimo. Mi piace il loro modo di fare, così energico, così pragmatico. Mi piace il fatto che si svegliano presto al mattino per correre prima di andare in ufficio, e che la gerarchia è completamente piatta. Il mio capo ha trentun anni ed è un mio coinquilino come tutti gli altri. Mi piace il fatto che si lavora tanto, che la grinta è la qualità più apprezzata, che l’età non conta, né la nazionalità. Conta solo come lavori.

Ma quando scende la sera, quando arriva il fine settimana, non sono mai stata così contenta di ritrovare i miei italianitos. Così rilassati e a loro agio con la vita. Così espressivi. Così cool (come direbbero i miei colleghi), senza nemmeno farlo apposta. Viene naturale. Così calorosi che passiamo la metà del tempo abbracciati gli uni agli altri. E anche l’umorismo è diverso, giocoso, fantasioso, senza le punch lines e il timing e il taglio graffiante dell’humor anglosassone. E poi balliamo, balliamo fino a tardi, fino a che siamo sfiniti, e non c’è nemmeno bisogno di bere perché la gioia di vivere l’abbiamo trovata inclusa nel pacchetto genetico.

A volte passo il pomeriggio nella casa latina, una bellissima villa sul lago dove vivono due meravigliosi ispanici. Si arriva, si parla, si beve un caffè. Si fa un bagno nel lago, una siesta sull’amaca. Non si contano le ore, l’importante è stare assieme. E la giornata scivola via lenta e oziosa, come se non esistesse che il presente.

2 commenti:

  1. E poi è bello quando rincorriamo pensieri d'altri tempi, assieme, come se nulla fosse, con gli occhi seri di chi sa che per quanto il mondo non si cambi lo sforzo quotidiano di coerenza resta un dovere. Soprattutto a Goma
    maria elena

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  2. Grazie Elena! Per avermi trovata... on line and in life :)

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