venerdì 4 giugno 2010

Nightmare n. I

In generale, mi sento sicura qui a Goma. Mi sento protetta, certamente piu' di quanto non mi sentissi quando vivevo sulla collina di Port of Spain, dove sentivo gli spari dalla finestra. Qui abbiamo guardie, piani di sicurezza, autisti, doppio filo spinato attorno a casa nostra. Abbiamo procedure e numeri di telefono e l'allarme.

Pero' si sa come funziona lo stress. Si accumula nell'inconscio, irrazionalmente, con il sovrapporsi di tante piccole cose che mettono a disagio. Come ad esempio ricevere durante il pranzo un sms di OCHA che informa sugli "affrontements tres violents" a nord di Kitchanga, dove abbiamo una base. E trovarsi a chiedersi tutti assieme se le nostre squadre siano sul terreno. "Dov'e' J? E' partita questa settimana? No, e' rimasta a Goma, menomale...".

L'altro giorno poi e' successa una cosa brutta. Dei ladri sono entrati in casa di alcuni miei amici italiani (che - va detto - vivevano in una villetta dalle misure di sicurezza assolutamente inadeguate). Durante una cena in compagnia, si sono visti arrivare in soggiorno tre uomini armati, che dopo aver legato le guardie e fatto sdraiare tutti per terra hanno fatto man bassa di orologi e cellulari. Per fortuna nessuno e' stato ferito, ma lo shock deve essere stato terribile.

Questa settimana B sta rivedendo tutte le nostre procedure di sicurezza, e le cita almeno dodici volte al giorno. E per coincidenza, anche il security officer e' qui a Goma per il week-end. Insomma, ultimamente un sacco di dettagli mi costringono a ricordare che non vivo esattamente in Svizzera.

E voila', stanotte e' successo. Ho avuto il mio primo, piccolo incubo. Mentre tuonava il temporale, sognavo che cadevano bombe. Prima o poi doveva capitare.

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