sabato 3 aprile 2010

Un po' di storia III: 1994-1996

Il Congo è un paese immenso, peno di giungla, di fiumi, di tribù sconosciute. Secondo la Rough Guide, l’esplorazione di questo paese è forse l’unica vera avventura rimasta da compiere al mondo.

Il Congo è misterioso anche per i Congolesi. Il Governo non ha il controllo sul territorio e non gestisce praticamente nessun servizio centralizzato. In effetti il Congo è popolato soprattutto lungo il suo perimetro, il che fa sì che le varie popolazioni del paese siano più coinvolte nella storia dei paesi confinanti che legate alla lontanissima capitale Kinshasa. Ad esempio il Kivu del Nord e del Sud sono un tutt’uno con Rwanda e Burundi. Ed è per questo che dal 1994, quando in Rwanda è avvenuto il terribile genocidio degli Hutu contro i Tutsi, qui in Congo Orientale è successo un gran casino.

Gli Hutu hanno massacato la loro milionata di Tutsi, l’ONU è scappato, il mondo se n’è fregato, e poi tutti sono tornati in pompa magna per raccogliere i cocci. Quando i Tutsi sono stati solennemente messi al potere Rwanda dalle potenze europee, due milioni di rwandesi (metà della popolazione) si trovavano ormai nei campi profughi in Congo Orientale. Col finire della guerra non sono tutti ritronati a casa. Nonostante le promesse sull’uguaglianza etnica, gli Hutu in Rwanda non si sentivano più esattamente a loro agio. E data la determinazione del governo a fare giustizia, coloro che sono stati direttamente coinvolti nel genocidio hanno pensato bene di non farsi più vedere. In generale, molti Hutu hanno pensato che starsene nascosti in Congo era meno pericoloso che rientrare in patria, soprattutto se c’era una comunità internazionale che dava da mangiare gratis nei campi di rifugiati.

Il governo rwandese non era troppo contento del fatto che Mobutu stesse accogliendo tutti questi Hutu senza battere ciglio. E così il Rwanda ha pensato bene di sponsorizzare una bella rivolta guidata da Laurent Kabila, un ribelle congolese dell’Est. Grazie al supporto del Rwanda, Kabila in quattro e quattr’otto ha conquistato tutto, arrivando a prendere il potere a Kinshasa nel 1996.

E così è finita la dittatura di Mobutu, dopo quarant’anni di regime sanguinario. Con una rivolta interna sponsorizzata dai Tutsi Rwandesi, che approfittando della confusione della guerriglia hanno ordinato di massacrare gli Hutu che si trovavano in Congo. Questo lato della vicenda lo conoscono in pochi, ma quelli che lo conoscono lo chiamano il secondo genocidio.

Questa guerra nascosta non ha però risolto il problema. Ancora adesso, nel Kivu del Nord e del Sud sono nascosti circa 5,000 genocidaires o figli di genocidaires, che vivono ancora in strutture militarizzate, educano i loro discendenti all’odio per i Tutsi-Scarafaggi e passano il tempo a pianificare nuovi attacchi armati contro il Rwanda. Nel tempo hanno cambiato diversi nomi e si sono disaggregati in vari gruppi. Il loro nome originale è Interahamwe. Ora sono conosciuti soprattutto come FDLR. Un bel nome. Sta per Fronte Democratico per la Liberazione del Rwanda.

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