domenica 14 febbraio 2010

giocolieri

Quante ONG internazionali ci sono qui a Goma? Tante, tantissime. C’è chi dice sessanta, c’è chi dice cinquecento. “Il circo dell’umanitario”, come lo chiamano da queste parti.

Sono venuta nel centro di questo vortice di aiuti per osservare il lavoro concreto, dopo tutta la burocrazia ariosa dell’ONU. Il lavoro di field, porca miseria. Quello che salva le vite. E ora che sono qui comincio già a sentire voci critiche. Che questo è un sistema assurdo, che non si combina niente, che ci sono tantissimi soldi che girano senza che cambi mai nulla. Che le organizzazioni sono tutte in lotta fra loro, lotta spietata per i fondi, una competizione per l’ultimo dollaro. Pochi donatori, somme alte, tantissime organizzazioni che sgomitano per vincere bandi.

Intanto i congolesi si trovano ed essere beneficiari di migliaia di piccoli progetti che si susseguono istericamente. E abituati a sopravvivere tra una guerra e una carestia, finiscono per pensare solo ad una cosa. Ad approfittarsene. Approfittarsi di questi bianchi confusionari e un po’ allocchi che spargono soldi in giro, perle ai porci. Approfittarsi perchè non c'è mai nulla di gratuito nella vita, e quando c'è bisogna tenerselo stretto.

Allora quando arriva l’esperto in food security gli dicono che non hanno zappe, è per questo che non possono coltivare la terra. Così l’esperto redige il progetto delle zappe, e gliene manda a casa di nuove, direttamente dall’America. E il Congolese le rivende al mercato nero il mattino dopo, facendoci pure la cresta. Tanto l’esperto è già altrove.

Questo, almeno, è quello che ho sentito dire.

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