giovedì 15 luglio 2010

Weekend a Kigali

Due settimane fa ho passato un fine settimana a Kigali. Kigali e' una citta' bicolore, rosso e verde. Il rosso e' per la terra, le strade, i muri, la polvere. Verde per le piante, l'erba, i cespugli. E questo patchwork bicromo si distende su piccole valli e colline, arioso, come un tessuto ondulato.

Kigali e' rilassante. Non c'e' bisogno di fare nulla di speciale per sentirsi rilassati. Tutto e' calmo, nessuno grida. Le strade sono asfaltate. Ci sono dei centri commerciali con dei bar. Dei locali carini dove stanno espatriati e locali, gomito a gomito. E gli espatriati sono adulti, con famiglie a carico, non ragazzetti selvaggi come noialtri di Goma. Andare in giro e' facile, basta saltare su una moto-taxi, mercanteggiare un po' il prezzo, e farsi portare a destinazione col sole in faccia e il vento tra i capelli senza paura che possa succedere nulla. Kigali e' talmente tranquilla che puo' essere soporifera, ma per me e' stata perfetta. E se si sta con la gente giusta ci si diverte sempre, noi abbiamo fatto le 5 di mattina per due sere di seguito.

Io non mi posso certo lamentare del mio stile di vita di Goma. Avendo un lavoro che mi porta raramente sul terreno, faccio una vita casa-ufficio abbastanza nella norma. E poi ho una casa con luce, acqua calda, televisione, acuqa minerale e terrazza sul lago. Due o tre bar e ristoranti dove uscire. Insomma non posso dire che sia una vita di per se' stressante, e ogni tanto mi sento in colpa al pensiero che mi concedano l'R&R, ossia una settimana di Rest and Relaxation ogni tre mesi, da passare fuori dal paese. Mi sembra ridondante, mica abito in un campo profughi in Chad.

Con un weekend a Kigali pero' ho cambiato idea. Vedendo la differenza tra una citta' "normale" e Goma mi sono accorta di quanto stress incameriamo stando qui. Piccole cose. Il fatto che siamo una comunita' microscopica di bianchi in un posto in cui l'interazione profonda coi locali e' difficilissima. Il fatto che non possiamo guidare, che le strade sono tutte una gimkana, che ci dobbiamo muovere su delle macchinone enormi e comunicare i movimenti via radio. Il fatto che vediamo armi tutto il tempo, soldati, caschi blu, ufficiali della polizia che passeggiano coi lanciarazzi. Carri armati per strada. Il filo spinato attorno a casa. Passare il metal detector per prendere una birra, non si sa mai che entri al bar con una pistola. Sono piccole cose, a cui ci si abitua subito. Ma e' bastato un giorno fuori per ricordarmi che l'R&R ha senso.

1 commento:

  1. Cara amica,
    sono sempre rapita dai tuoi racconti, da ciò che narri e dalla tua prosa.
    Se fossi un editore, lo sai, pubblicherei all'istante i tuoi blogs!
    Ti abbraccio forte,
    Silvia

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