lunedì 26 luglio 2010

Mulini a vento

E' buffo pensare che io mi sono avvicinata a questo settore dopo essermi laureata in filosofia. Non scienze politiche, economia o legge. Io qualche anno fa mi studiavo i tomi di Scolastica e pensiero transcendentale; Tommaso d'Aquino e la Critica della Ragion Pura.

Eppure un filo conduttore esiste. Studiando filosofia, ci si abitua ad affrontare problemi molto piu' grandi di noi. Per cui non si intravede soluzione. Per cui la soluzione e' forse inaccessibile alla mente umana, e quasi non vale la pena di pensarci su. Ma comunque ci si prova, ingenuamente e ostinatamente, e piano piano si raffina il metodo del pensiero per arrivare a conclusioni sempre meno sfuocate, sempre meno grossolane, sempre piu' consapevoli.

Il lavoro umanitario si confronta con lo stesso abisso. Problemi insolubili, giganteschi, talmente sfaccettati e introcati e inaccessibili che quasi non vale la pena di affrontarli. Che toccano cultura, interessi economici, storia, identita'. Religioni, etnie, risorse minerarie. Valori occidentali, valori universali, il sistema internazionale e la sovranita' degli stati. Gli interessi dei donatori, delle agenzie, dei beneficiari. Le priorita' e le sensibilita' di mezzo mondo. E nonostante sia una battaglia persa, ci si lavora su lo stesso, cercando una soluzione che non arriva mai. Ingenuamente e ostinatamente.

3 commenti:

  1. Bella riflessione ! Quello che conta è - come dici tu - la determinazione a voler risolvere i problemi. E se non si riesce a risolverli, anche il più piccolo contributo è un mattoncino nella direzione della crescita.

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  2. Mi ricordo una conversazione di sole donne in proposito,
    o quasi in proposito.
    Una serata di sigarette e verande di mattonelle chiare,
    noi in quattro,
    libere di speculare
    in una logica di stringenti capriole,
    di come l'umanitario,
    rinunciasse al power point,
    potrebbe raccontare di sé
    e del suo oggetto.
    Lo sforzo,
    immenso spesso in questo continente,
    è tutto nel ricordarsi
    che un altro "circo" è possibile..

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  3. Grazie mille per questi bellissimi commenti! E chi se la dimentica, quella chiacchierata...

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