mercoledì 14 luglio 2010

Tradimento...

E' tanto che non scrivo, e oggi ricomincio con un post rabbioso. Sono stata silenziosa, ultimanente. Ho bisogno di un po' di sapzio mentale tutto per me, senza comunicazione. Ma oggi scrivo, e furiosamente.

Ieri e' stato il turno di A, il mio assistente a cui sono molto affezionata. Siamo usciti a pranzo insieme, come facciamo ogni 3 mesi per parlare un po' di lavoro fuori dall'ufficio. Per parlare di lui, di come si trova, di cosa gli piace e non gli piace e di come si potrebbe migliorare il suo lavoro di tutti i giorni. Di come potrebbe crescere. Ebbene eravamo a pranzo e vengo a sapere che mi lascia tra due settimane. Due settimane! E' stato accettato in un'universita' in America e i corsi cominciano il 10 agosto. Ma come, e non me lo hai detto? Aspettavo che mi arrivasse la conferma a casa. Ma e' sicuro, no? Si. Ma da quando lo sai? Da un po'. Mi sono sentita tradita. Soprattutto quando mi ha detto che da contratto lui deve dare solo una settimana di preavviso. Mi sono arrabbiata, quando mi ha citato il contratto. Questi discorsi sindacalisti fanno veramente venire la bile. Gli ho detto che ci sono rimasta male. Che non si collabora cosi'. Che mi lascia senza nessuno, senza preavviso. Che non e' tanto un problema di lavoro, e' un problema di fiducia. Lui si e' rattristato. Ha detto che aveva paura di perdere il lavoro. Io ho detto che era una gran fesseria, come poteva perdere il lavoro dicendomi che si stava candidando per l'universita' in agosto?

Forse l'ho presa troppo sul personale. Qui la cultura e' cosi', non ci sono questi protocolli. Ognuno difende accanitamente quel poco che ha. Questo comportamento qui non e' da considerare offensivo. E' giovane, probabilmente e' quello che gli hanno consigliato di fare. Penso che abbia capito il mio punto di vista, pero'. Il mio risentimento. Ieri sera mi ha inviato un messaggino dicendo che gli dispiaceva. Mi ha fatto piacere, sono certa che era sincero. Penso che in un certo qual modo questa storia sia stata una fonte di apprendimento per entrambi. Io per capire lui, e il Congo. Lui per capire me, e l'America.

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