La repubblica Democratica del Congo è sopravvissuta a una delle più grandi dittature che la storia ricordi. Quella di Mobutu. Mobutu ha preso il potere abbastanza presto, dopo l’indipendenza ottenuta nel 1960. Come succede sempre in Africa, era un generale e ha spodestato il governo con un colpo di stato. Ed è rimasto fino al 1996.
Ci sono un sacco di particolari sfiziosi sulla dittatura di Mobutu, a parte la solita noia sui dissidenti imprigionati, la propaganda mediatica, il partito unico e l’uccisione degli oppositori politici. Ad esempio una volta, non sapendo più cosa fare degli studenti che proprio non ne volevano sapere di non pensare, Mobutu ha deciso di chiudere tutti le università, di botto. E di integrare tutti gli studenti nell’esercito, senza possibilità di scelta. Per imparare un po’ di disciplina, forse.
Mobutu si è davvero sbizzarrito con il culto della personalità. Altro che i fascismi vecchio stampo! Lui intorno alla propria figura ha creato nientemeno che una religione, il Mobutismo. Mobutu uguale Dio. “Mobutu signore, Mobutu redentore, Mobutu salvatore”. Così cantava, la gente, in questo paese che allora si chiamava Zaire.
Bisogna dire che Mobutu non ha mai veramente governato con l’autorità. Con i soldi, piuttosto. Pagava, pagava tutti. Tanto i soldi c’erano, le multinazionali già mandavano qui i loro rappresentanti incravattati a stringere le mani di questi assassini. Era un governo incentrato sulla corruzione. Chi era al governo prendeva sempre e necessariamente dei soldi, solo per il supporto politico che dava al capo. Qui le istituzioni non sono mai state altro che questo.
E i soldi sono un modo semplice per rendere degli uomini fedeli. Solo che Mobutu aveva anche un vizietto. Andava a letto con tutte le mogli dei suoi collaboratori. Non gli bastava la moglie sua, né la sua amante da cui ha avuto quattro figli e che si portava in missione diplomatica assieme alla moglie vera, tanto che si presentavano a cena in tre. Doveva avere anche tutte le altre, tanto chi si poteva opporre? I collaboratori non fiatavano, ma certo dava un po’ fastidio.
Una volta un giornalista ha chiesto a Mobutu se era vero che pensava che la democrazia non fosse applicabile nel suo paese. E lui ha risposto. “Certo che è applicabile. Ma non alla lettera”.
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