I giornali non parlano d’altro, i canali di notizie hanno trasmesso aggiornamenti di ora in ora per i primi quindici giorni dopo la catastrofe. Tutto il mondo si è impietosito per Haiti, l’isola triste in cui pare che una carestia e un colpo di stato negli ultimi anni non siano stati sufficienti. E quindi gli americani ci vanno, e con loro gli Europei, in una lotta a chi pianta per primo la propria bandierina.
C’è bisogno di visibilità, nell’umanitario. E’ importante che il Presidente degli Stati Uniti possa fare un bel discorso sull’intervento americano, perché tutti sappiano. Poco male se si tace che i soldi sono stati portati via dal Congo. Quante persone negli Stati Uniti sanno dove si trova il Congo? Quanti sanno che c’è una guerra in Congo? Quanti sanno che il Congo esiste? E così Haiti si trova sommersa di soldi, milioni e milioni di dollari. Come verranno impiegati? Come verrano sprecati? Certo, c’è Port au Price da ricostruire, ma poi? Quanto verrà scosso il fragile mercato Haitiano da un influsso di denaro così copioso? Sono domande di cui non so la risposta.
Spero solo che di tutti questi soldi ne benefici chi ha davvero bisogno. Che sia negli altopiani Africani o nel Mar dei Caraibi.
Não te precupes.
RispondiEliminaMais cedo que tarde, as objectivas desviam a sua atenção para o próximo escândalo sexual, o próxima desportista caído na desgraça, a próxima catástrofe que nos faça verter uma lágrima. E as coisas lá hão-de voltar ao "normal".
Sim, infelizemente ninguem sabe nada desta parte do mundo, tirando os estereotipos dados pelos media. Ha mutito trabalho para ti :)
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