martedì 30 novembre 2010

Ritorno

Come al solito, Kin e' stata una scarica elettrica. Sto ancora vibrando. Anche dopo aver attraversato tutto il Congo, sull'aereoplanino dell'Humanitarian Aviation Service, guardando distese di terra verde senza uno straccio di presenza umana. Con fiumi bruni e sinuosi come serpenti, con foreste vergini e inesplorate. Anche dopo essere atterrata a Kalemie, in Katanga, sulla costa del lago Tanganiyka, dove la pista dell'aeroporto e' cosi' piena di buche da trovarsi a tenere il fiato stringendo i braccioli del seggiolino. E perfino dopo essere atterrata a Goma, la mia Goma, una distesa di baracche con tetti di metallo corrugato e villette a bordo lago. Goma dall'aria pulita, senza i vapori tropicali della capitale. Col lago azzurro pastello, le strade sconnesse e il Nyragongo che troneggia all'orizzonte, nitido e assoluto. Anche dopo tutto questo, il Kin beat mi sta incollato addosso.

I tramonti sono rossi, a Kinshasa. A Goma sono rosa.

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