martedì 8 marzo 2011

Doga

Come se non bastasse, non si puo’ neanche piu’ andare al Doga. Uno de cinque locali da espatriati di Goma, sulla via principale, proprio di fianco all’ufficio. Perfetto per la birretta delle sette.

Basta, finito. Non solo perche’ dopo la MONUSCO l'ha vietato a trutto il personale ONU a causa dell’enorme quantita’ di prostitute che lo frequentano. Ma soprattutto perche’ il padrone ha ben deciso di tappezarlo di bandiere rosse di un partito politico poco identificabile. E per gli umanitari non e' mai una grande idea mostrare di simpatizzare per un partito, specie in periodo di elezioni.

Quello che non sapevo, e che ho scoperto ieri chiacchierando con un'amica in political affairs, e’ che quel partito non e’ altro che CNDP. Che il padrone di Doga e’ un uomo CNDP amico di Bosco. E che tre settimane fa CNDP e Kabila hanno stipulato un accordo nuovo di zecca. Grazie al quale le recenti minacce di Kabila di spostare i contingenti di ex-CNDP in altre zone del Congo sono svanite nel nulla. CNDP rimarra’ stabile in Masisi, a fare i suoi interessi come sempre fatto.

Secondo la mia amica, il motivo di questo nuovo avvicinamento e’ che, in periodo di elezioni, Kabila deve evitare a tutti i costi che tutta l’opposizione faccia fronte unico contro di lui. Le elezioni saranno a turno unico, chi prende la maggiornaza vince tutto. E cosi’, quando i suoi avversari principali hanno cominciato a mostrarsi troppo collaborativi, lui ha ben pensato di assicurarsi la fedelta’ di CNDP con un nuovo accordo.

Mentre la ascoltavo, mi e’ venuto in mente che il Doga ha appena aperto un locale anche a Kinshasa. Stesso nome, stesso brand. Sara’ una coincidenza, o forse no.

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