martedì 22 giugno 2010

Oggi sono entrata in un carro armato.

Questo pomeriggio siamo scappati dall'ufficio. Io, B, Hel e Hil.

Hel si è fatta un amico nella MONUC, contingente Uruguayano, che ci ha invitati a vedere la partita Uruguay-Mexico alle quattro nella sua base. Abbiamo tentennato, è orario di lavoro. Ma poi, visto che abbiamo tutti passato il weekend in ufficio, abbiamo deciso di strapparci queste due ore per la nobile causa di tifare Uruguay.

E' la prima volta che entro in un vero e proprio accampamento militare, con soldati e alzabandiera e tende tutte allineate. Abbiamo guardato la partita nella stanza degli ufficiali, tutti in tuta mimetica e stivali con la punta d'acciaio, che mangiavano pastels e facevano un rumorosissimo tifo latino con salti, baci e abbracci ad ogni gol. Dopo la partita abbiamo esplorato la base. E' più graziosa del previsto, con aiuole di fiori davanti alle tende e centinaia di soldati-ragazzini che sembrano boy scouts.

Sul retro c'è un un campo di ex-FDLR smobilizzati, circondato da filo spinato. FDLR è il gruppo armato dei genocidari rwandesi che sono fuggiti in Congo dopo il 1994, e da allora stanno ancora combattendo. Ho stretto la mano ad uno di loro, apparentemente un capo. Un comandante assassino che ha lasciato le armi e che ora vive lì, nel campetto dietro agli uruguayani, perchè se si fa vedere in giro in Congo o in Rwanda lo mettono in prigione e lo ammazzano in tre giorni.

Dall'altro lato della base c'erano i carri armati. Bianchi e con la scritta UN, come al solito. Noi ragazze ci siamo entrate dentro, ci siamo arrampicate sopra, abbiamo fatto le foto. Si stava facendo sera, c'era una bella luce. Poi, come se niente fosse, siamo tornati a casa.

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