A volte la vita qui e' di un'intensita' che stordisce. Che inebria, che esalta, come una scarica di adrenalina, come una droga. E che dopo ti lascia vuota, e persa.
Ho appena vissuto tra le due settimane piu' intense che possa ricordare. Non ho praticamente dormito. Lavorare di giorno, uscire di notte. Viaggiare, scoprire, capire. Da quando ho preso quel volo e' stata una scarica di corrente continua, che si e' chiusa stamattina, credo, quando sono entrata in ufficio come ogni normalissimo lunedi', trovandomi tutto d'un tratto sola.
Non si puo' scrivere tutto quello che e' successo, e' impossibile. Ma in quindici giorni ho assistito a una delle confessioni di piu' tragiche, strazianti, tenere e disperate che ascoltero' mai nella mia vita. Ho abusato di flirt a tempo perso, smodatamente. Ho gettato le basi per quella che credo diventera' l'amicizia piu' importante di questa fase di vita. Ho scoperto Kinshasa, l'anima di una citta' calda, dolente, complicata e stancante. Ho avuto momenti magici, da libro, in quella casa vuota piena di musica e di luce rosa. Ho avuto chili di affetto gratuito che affondera' nel vuoto della memoria. Una telefonata inattesa da molto lontano. Ho avuto giorni senza sonno. Pranzi e cene con amici e amiche, vecchie e nuove, in ristoranti da 3 dollari o da 30, senza interruzione. Riunioni di lavoro, voli d'aereo, piani cambiati ogni singolo giorno. Ho ballato fino allo sfinimento, in feste private, in un casino di club diversi, con gente diversa, di paesi diversi, di cuori diversi. Senza mai riuscire a lasciare la serata prima dell'ultima goccia. Ho avuto parole dolci, e silenzi tristi. Fumo, vino, stelle. Ho nuotato in un lago di giorno, in una piscina di notte. Ho improvvisato una cena per dodici. Ho avuto una notte infinita che mai piu', mai piu', mai piu' nella vita mi capitera' di eguagliare.
E ora non resta piu' nulla, e' sparito tutto. E sono stanca. E tutto d'un tratto mi sento sola.
giovedì 5 agosto 2010
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