A Kinshasa ho conosciuto un ragazzo che lavora in microfinanza. Cioe' microcredito, microassicurazioni, microfondi. Tutto micro per i paesi in via di sviluppo. Lui di sviluppo non sa niente, non sa nemmeno cosa significhi l'acronimo UNDP, che tra l'altro e' uno dei donatori del progetto a cui sta lavorando. Lui viene dal settore privato, e prima era ricercatore all'univerista' di Rabat, dove e' nato e cresciuto. Sorrideva mentre me lo raccontava: "Di solito i marocchini fanno di tutto per emigrate verso nord, io ho fatto il contrario". Il suo giro al contrario non e' dovuto a ragioni etiche, ne' estetiche. Per lui Kinshasa e' come Parigi, un posto dove lavorare. Certo, gli fa piacere contribuire allo sviluppo di un paese, ma in fondo lui e' li' per fare affari. Bisogna smettere di storcere il naso quando sentiamo questa parola. Lui mi diceva che e' solo cosi' che si da' dignita' alla gente. Non facendo distribuzioni di non-food-items, ma trattandoli da partner alla pari, facendo firmare dei contratti. "Per me i Congolesi sono come i Marocchini, come gli Europei. Io non sono qui per fare un favore a nessuno. E ti giuro che loro lo apprezzano, questo rispetto".
L'eco di questa conversazione si e' sentita ieri, mentre me ne stavo al Petit Bruxelles a prendermi un bicchiere di vino con un amico spagnolo. Lo ascoltavo in silenzio, mentre mi faceva un'analisi lucida e spietata sulla vita di Goma. "Qui la gente impazzisce. Passa tutti i weekend a ubriacasi e ballare e andare a letto con perfetti sconosciuti. Ma non ci rendiamo conto che siamo in uno degli angoli piu' belli del pianeta? Io il weekend prendo la macchina e me ne vado in Uganda, a vedere gli scimpanze'. In Rwanda a fare campeggio nella foresta tropicale. Altro che questa claustrofobia malata! E poi qui la gente lavora sempre, di giorno, di notte, nel weekend. Bisogna smetterla. Lavoreremmo cosi' tanto, in Europa? Mai e poi mai! La gente lavora cosi' perche' si sente sola, ecco perche'. O perche' viene qui con pretese impossibili di cambiare le cose. Per romanticismo. Ma e' un romanticismo inutile. In fondo, l'unico mezzo per fare del bene a questo paese e' fare professionalmente cio' per cui siamo pagati. Basta. Senza impazzire, senza andare in esaurimento nervoso. Son tutti dei ragazzini, qui. Ragazzini bruciati, o dissoluti. Il problema alla base, e' che bisogna smettere di pensare che siamo dei lavoratori umanitari, con uno stile di vita da umanitari. Sono tutte panzane. Io sono un ingegnere, nulla di piu'. Gestisco un progetto agrario. Solo che al posto che lavorare a Madrid lavoro a Goma."
venerdì 13 agosto 2010
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