Un vestito azzurro cucito sbagliato.
Due bimbe mulatte, elefanti di legno.
Un pranzo delizioso, un prato frondoso.
Voci italiane, sole sull'erba.
Due partite perdute.
Un libro e un amaca. Un gattino affamato.
Un nuovo amico che mi viene a trovare
e parlare con lui per ore nel sole.
Una pizza smezzata. Un abbraccio da dietro.
Una colazione in terrazza piena zeppa di vento.
Una festa smodata - di fumo di vino.
Un ragazzo afghano che balla
e mi guarda - negli occhi nel buio.
All'improvviso, un pianto che uccide.
Struggente nella notte crudele.
Un amico che mi dice che fare,
io che mi sbaglio lo stesso,
e un ubriaco che mi urla addosso
cio' che pensa dell'amore.
Addosso a me - delirante e sdraiata
su un'assurda poltrona nel mezzo di un prato -
che tengo la mano di un'altra persona
su un'altrettanto assurda poltrona,
alla deriva della festa disfatta
trafitti d'irreparabile tristezza.
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