Mi sento cristallizzata, in questi giorni. Lavoro, esco, rido, mi arrabbio. Ma è come se non fossi qui. Come se tra me e il mondo ci fosse un vetro, come se io fossi prigioniera nella mia testa. Picchio contro questa superficie liscia e trasparente, sperando che qualcuno del mondo di fuori mi senta e venga a liberarmi.
Ieri sera noi quattro abbiamo spento tutte le luci e ci siamo sdraiati in terrazza, sotto l'albero di avocado, in riva al lago nero. Abbiamo guardato la luna stesi fianco a fianco su un tappeto di paglia comprato al mercato di Kigali. La luna aveva un alone intorno, e noi dicevamo che sembrava una ciambella di cui la luna era il buco. Passavano le nuvole e noi ne individuavamo le forme, ridendo come bambini. Mettevamo tutte le canzoni che contenevano la parola "luna", e poi via via tutte le altre musiche che riuscivamo a trovate a carattere meteorologico. Era buffo, era intimo. Tirava un vento freddo, lacustre. Ci siamo rintanati in cucina, dove abbiamo una preparato zuppa finto cinese e bevuto the alla menta. Eravamo i principi di Goma, ieri sera. I più cool della città, chiusi nel nostro castello di cristallo.
Forse sono malinconica perchè H mi ricorda da morire Amanda, e B mi ricorda Giò, alcuni dei miei più cari amici del mondo vero. O forse perchè ho un nuovo gattino, che mi ricorda Gatta e Shah e la mia vita di Trinidad che non riesco a lasciarmi alle spalle. Mi sento in una dimensione parallela, non so più cosa è presente e cosa è ricordo. Non resta che guardare la luna, sempre la stessa e sempre diversa, in questo specchio di vita che è Goma.
sabato 24 luglio 2010
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